E’ attivo il sito Internet della manifestazione fotografica Mat 2019. Coscienza dell’Uomo, che si svolge a Matera nel corso di tutto il Duemiladiciannove (affiancandosi a Matera 2019 Capitale europea della cultura, del cui programma ufficiale non fa parte, va rilevato). Oltre il sito www.mat2019coscienzadelluomo.it, saranno attivi anche i social facebook e Instagram.
A cura di Francesco Mazza, Antonello Di Gennaro e Maurizio Rebuzzini, Coscienza dell’Uomo è un appuntamento fotografico che sottolinea una forte personalità della fotografia italiana, avvicinata e presentata per sue caratteristiche specifiche e individuate.
Un ciclo di mostre presentate in spazi espositivi di Matera, nel corso dell’anno, che ripercorre temi e pensieri di un impegno di autori e interpreti italiani che, senza alcuna gerarchia, né soluzione di continuità, hanno scandito tempi sociali rilevanti, affrontato tematiche esistenziali considerevoli e (anche) osservato con lievità e concentrazione trasversalità fotografiche. Consapevoli che ognuno di questi istanti, in sedi espositive coerenti, è tassello di valori in profondità, certifichiamo sia il senso di ciascuno, per se stesso, sia la propria appartenenza a un progetto complessivo coerente e mirato.
Formalmente, ogni allestimento prevede in accompagnamento: cerimonia di inaugurazione, convegno a tema con partecipazioni qualificate; eventuali altri eventi collaterali.
Quindi, l’edizione di quattro cataloghi trimestrali e la raccolta dei contributi forniti dai convegni di accompagnamento e introduzione.
È volontà esplicita proporre un percorso, una visione di stampo italiano. Non per provincialismo culturale e di esame, quando e per quanto si lamenta l’assenza del nostro paese da palcoscenici internazionali. Ma per convinzione di offrire e proporre una interpretazione della fotografia, magari anche in un proprio percorso intellettivo, definita e determinata, per l’appunto, da un apporto culturalmente italiano.
Ovviamente ispirata a quella The Family of Man (La Famiglia dell’Uomo), con la quale, nel 1955, Edward Steichen stabilì un punto fermo e assoluto, all’indomani della Seconda guerra mondiale, Coscienza dell’Uomo si prospetta come punto di vista autorevole e autonomo, magari in un certo senso completamente nuovo (! con la relativa possibilità di stabilire una interpretazione originale e innovativa della storia italiana della fotografia, autentico linguaggio visivo dal Novecento). Una visione di apertura, non chiusura. Una visione che non intende dimostrare nulla, ma suggerire domande, invitare a ragionamenti, offrire prospettive esistenziali, sollecitare interrogazioni.
Il filo ispiratore e conduttore di Coscienza dell’Uomo si richiama a quel pensiero meridiano di nobili origini (seminato da Albert Camus, Friedrich Wilhelm Nietzsche, Rainer Maria Rilke, Fernand Braudel, Pier Paolo Pasolini, Ernesto De Martino, Predrag Matvejević... e altri, ancora), che il filosofo Franco Cassano ha ben esposto e articolato nel suo saggio omonimo, al quale tanta cultura italiana attinge oggi quell’idea di originalità nel confronti del Mondo che definisce, fino a caratterizzarla, una interpretazione della Vita della quale noi intendiamo sottolinearne il contributo in forma fotografica.
Dunque, non fotografi italiani in provincialismo di intenzioni, con integrazioni comunque mediterranee, ma in chiarimento di un modo di pensare e affrontare il quotidiano con pensiero umanamente proprio e definito: mai imperialista, mai colonialista, mai sovraccarico, mai violento, ma sempre nobilmente umile e rispettoso: soprattutto, del diverso (qualsiasi cosa ciò possa significare per ciascuno di noi).
Proprio perché italiani, i fotografi italiani si sono sempre distinti per il proprio particolare pensiero umanista, sia in ambiti specifici della fotografia del vero e dal vero, sia in applicazioni apparentemente distanti dalla registrazione della Vita nel proprio svolgersi (dalla moda al design, senza alcuna soluzione di continuità).
Volente o nolente, il pensiero meridiano è implicito nell’essere italiani nel mondo e con il mondo. È un dono del dna che ha stabilito anche una interpretazione fotografica che, a nostro avviso, identifica e definisce la Coscienza dell’Uomo.
Già... Coscienza dell’Uomo. Un invito a osservare, piuttosto di giudicare. Una esortazione a pensare, invece di credere. In inviolabile passo fotografico. In correzione volontaria e consapevole di quel “genocidio culturale” (teorizzato da Pier Paolo Pasolini, nel 1974) che porta a nulla, che crea soltanto danni, che regredisce il pensiero individuale e collettivo... qualsiasi cosa significhi per ciascuno di noi.
Dal 12 gennaio 2019 a fine marzo si potranno visitare, gratuitamente, le prime nove mostre, e tante altre seguiranno nei mesi a seguire: Caos apparente, di Gianluigi Colin; Contro la guerra. Ritratti dall’infanzia negata, di Pino Bertelli; Favela, di Fabrizio Jelmini; Visitors, di Alberto Dubini; Le Parteras. Le Eroine delle Ande, di Danilo De Marco; Nega. Alla ricerca delle Bellezza, di Nino Bartuccio; Lodon & Daiquiri, di Gian Butturini; Fahrenehit 451, di Franco Canziani e Marco Moggio; Visioni Zenitali, di Franco Zampetti.
Ci saranno, inoltre, una serie di Convegni, presentazioni di libri e Workshop ai quali partecipano la gran parte degli autori in mostra, oltre ad autorevoli personaggi del mondo della cultura, della fotografia, del giornalismo.
A dimostrazione che l’intento che si propone il progetto è condiviso in pensiero, parole e azioni, anche una autorevole rappresentanza dell’industria fotografica internazionale partecipa a Coscienza dell’Uomo.
Le centinaia di iniziative culturali promosse dalla Fondazione Matera 2019, nel corso del prossimo anno, saranno la cornice ideale per Coscienza dell’Uomo, appunto un evento capace di smuovere le coscienze e far riflettere che una buona fotografia potrebbe far cambiare il corso degli eventi.
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