Carissimi Amici, desidero condividere con tutti voi questo bellissimo lavoro di Francesco Carracchia, dal titolo evocativo "Dafni". Dafni è per la mitologia greca il primo pastore. È un personaggio ripreso dalle figure mitiche di pastori provenienti dal mondo arcaico. Per la mitologia greca Dafni è figlio del dio Ermes e della ninfa Dafnide. Abbandonato dalla madre fin dalla nascita in un bosco di allori che avvolgeva una grande montagna, il bambino fu subito adottato da pastori, considerati le divinità del bosco, che gli diedero il nome. Nel mondo antico la figura del pastore è sempre associato alla salvezza della fragilità ed alla migliore protezione genitoriale: nella mitologia romana il pastore Faustolo, sposato con Acca Laurenzia, salvò dalla morte gli abbandonati gemelli Romolo e Remo. Li accolse nella sua casa e chiese alla moglie di allevarli come propri figli. E nella mitologia cristiana Cristo è "il buon pastore", Colui che le anime salva dal Lupo maligno e le conduce sicure all'ovile al calar delle ombre o allo spegnersi della vita. La Sicilia è una terra che, inondata dal sole, parla ai cinque sensi in maniera sublime e quasi "violenta", tanto forti sono i suoi colori, la luce, gli odori ed i sapori, i silenzi antichi e le sensazioni che suscitano sulla pelle le gelide acque delle Gole di Alcantara o delle calde e ribollenti acque di Vulcano. Francesco segue fisicamente il quotidiano vivere di un pastore che potrebbe essere vissuto anche ai tempi della Magna Grecia, tanto i suoi percorsi, i suoi paesaggi, le sue abitudini e persino le rughe del suo volto sono antiche. Le immagini suggestive, in una magistrale alternanza di bianchi e neri e colore, sono impreziosite dai continui richiami alla storia ed alla mitologia di questa Terra millenaria. I ritratti di "Don Peppino" sono capolavori che "escono" dalla bidimensionalità del foglio e diventano vita e sentimento, esperienza e sofferenza, forza e rassegnazione. Il tutto nella cornice di un paesaggio aspro e dolce insieme, pietroso ma con piccoli fiori viola da cogliere, in una perfetta sintesi ed integrazione con i suoi animali, i cui volti e le cui espressioni Francesco riesce a cogliere nella loro "umanità". I miei complimenti all'Autore, che dimostra quanto amore si possa infondere in immagini solo in apparenza "semplici". Maurizio
molto bello. complimenti a francesco e grazie per averlo condiviso!Catherina NB firmo perchè a quanto pare non compare il mio nome... come blogger sarei una frana... :-))))
Carissimi Amici,
RispondiEliminadesidero condividere con tutti voi questo bellissimo lavoro di Francesco Carracchia, dal titolo evocativo "Dafni".
Dafni è per la mitologia greca il primo pastore. È un personaggio ripreso dalle figure mitiche di pastori provenienti dal mondo arcaico. Per la mitologia greca Dafni è figlio del dio Ermes e della ninfa Dafnide. Abbandonato dalla madre fin dalla nascita in un bosco di allori che avvolgeva una grande montagna, il bambino fu subito adottato da pastori, considerati le divinità del bosco, che gli diedero il nome. Nel mondo antico la figura del pastore è sempre associato alla salvezza della fragilità ed alla migliore protezione genitoriale: nella mitologia romana il pastore Faustolo, sposato con Acca Laurenzia, salvò dalla morte gli abbandonati gemelli Romolo e Remo. Li accolse nella sua casa e chiese alla moglie di allevarli come propri figli. E nella mitologia cristiana Cristo è "il buon pastore", Colui che le anime salva dal Lupo maligno e le conduce sicure all'ovile al calar delle ombre o allo spegnersi della vita.
La Sicilia è una terra che, inondata dal sole, parla ai cinque sensi in maniera sublime e quasi "violenta", tanto forti sono i suoi colori, la luce, gli odori ed i sapori, i silenzi antichi e le sensazioni che suscitano sulla pelle le gelide acque delle Gole di Alcantara o delle calde e ribollenti acque di Vulcano.
Francesco segue fisicamente il quotidiano vivere di un pastore che potrebbe essere vissuto anche ai tempi della Magna Grecia, tanto i suoi percorsi, i suoi paesaggi, le sue abitudini e persino le rughe del suo volto sono antiche. Le immagini suggestive, in una magistrale alternanza di bianchi e neri e colore, sono impreziosite dai continui richiami alla storia ed alla mitologia di questa Terra millenaria. I ritratti di "Don Peppino" sono capolavori che "escono" dalla bidimensionalità del foglio e diventano vita e sentimento, esperienza e sofferenza, forza e rassegnazione. Il tutto nella cornice di un paesaggio aspro e dolce insieme, pietroso ma con piccoli fiori viola da cogliere, in una perfetta sintesi ed integrazione con i suoi animali, i cui volti e le cui espressioni Francesco riesce a cogliere nella loro "umanità".
I miei complimenti all'Autore, che dimostra quanto amore si possa infondere in immagini solo in apparenza "semplici".
Maurizio
molto bello. complimenti a francesco e grazie per averlo condiviso!Catherina
RispondiEliminaNB firmo perchè a quanto pare non compare il mio nome... come blogger sarei una frana... :-))))
E' comparso!!! wow!!!
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